Il progetto è ambizioso, ma davvero importante: riqualificare il parco di Casalotto, rendendolo sito di interesse dell'Unesco. Il classico "sasso" fu lanciato, proprio al termine di un convegno sullo sviluppo eco-sostenibile del territorio svoltosi ad Aci S. Antonio qualche mese addietro, dal vicesindaco Stefano Finocchiaro.
Il presidente del Club Unesco di Acireale, la prof.ssa Nellina Ardizzone, in quell'occasione spiegò il lungo e complesso iter da attivare per potere infine presentare la richiesta direttamente all'Organizzazione delle Nazioni Unite per l'educazione, la scienza e la cultura.
«Vogliamo trovare - ha spiegato il vicesindaco Finocchiaro - una soluzione per preservare questo polmone verde con i pregi storici e culturali che legano il sito all'identità e alle origini del Casalotto e avviare un'opera di sensibilizzazione che possa innescare dei processi di tutela e recupero dell'area». Area protetta dalla Sovrintendenza ai monumenti: secondo alcuni studi presenta tracce di resti archeologici importanti di epoca risalente, che legano il parco alla storia dell'intera zona delle Aci. Oggi rimane visibile ben poco: l'enorme parco, i resti di un grande palmento e la famigerata chiesa sconsacrata che era la cappella di famiglia. Importanti studi, eseguiti sul finire degli anni '80 dall'architetto Pippo D'Ambra, del Centro orientamento Studenti dell'Istituto universitario di Architettura di Venezia, con il gruppo di studio del prof. Corrado Balistreri, docente di Disegno e rilievo, portarono a evidenziarne l'importanza non solo storica, ma anche architettonica e botanica (innumerevoli le specie erbacee, arbustive e arboree elencate nei loro studi).
«Dall'analisi condotta - conclusero allora gli studiosi - si può affermare che quello di Casalotto fu uno dei parchi più importanti della zona di Aci. Preziosità, questa, che merita di essere preservata ed incentivata nella sua manutenzione, costituendo per le contrade acesi un vero e proprio monumento storico-naturale».
Queste parole possono essere il punto di partenza per accendere un interesse ormai sopito da tempo: è giusto che un bene collettivo come il Parco di Casalotto torni a brillare nel territorio delle Aci.
Il presidente del Club Unesco di Acireale, la prof.ssa Nellina Ardizzone, in quell'occasione spiegò il lungo e complesso iter da attivare per potere infine presentare la richiesta direttamente all'Organizzazione delle Nazioni Unite per l'educazione, la scienza e la cultura.
«Vogliamo trovare - ha spiegato il vicesindaco Finocchiaro - una soluzione per preservare questo polmone verde con i pregi storici e culturali che legano il sito all'identità e alle origini del Casalotto e avviare un'opera di sensibilizzazione che possa innescare dei processi di tutela e recupero dell'area». Area protetta dalla Sovrintendenza ai monumenti: secondo alcuni studi presenta tracce di resti archeologici importanti di epoca risalente, che legano il parco alla storia dell'intera zona delle Aci. Oggi rimane visibile ben poco: l'enorme parco, i resti di un grande palmento e la famigerata chiesa sconsacrata che era la cappella di famiglia. Importanti studi, eseguiti sul finire degli anni '80 dall'architetto Pippo D'Ambra, del Centro orientamento Studenti dell'Istituto universitario di Architettura di Venezia, con il gruppo di studio del prof. Corrado Balistreri, docente di Disegno e rilievo, portarono a evidenziarne l'importanza non solo storica, ma anche architettonica e botanica (innumerevoli le specie erbacee, arbustive e arboree elencate nei loro studi).
«Dall'analisi condotta - conclusero allora gli studiosi - si può affermare che quello di Casalotto fu uno dei parchi più importanti della zona di Aci. Preziosità, questa, che merita di essere preservata ed incentivata nella sua manutenzione, costituendo per le contrade acesi un vero e proprio monumento storico-naturale».
Queste parole possono essere il punto di partenza per accendere un interesse ormai sopito da tempo: è giusto che un bene collettivo come il Parco di Casalotto torni a brillare nel territorio delle Aci.
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