giovedì 30 aprile 2009

«La Sat non va svenduta»: Gli operai credono nel rilancio.


La proprietà della Sat spa, l'azienda santantonese in crisi da diversi mesi, ha presentato nei giorni scorsi un concordato preventivo al Tribunale di Catania: si tratta del tentativo di vendere le attività della Sat per soddisfare i creditori ed evitare quindi il fallimento. Il concordato, che sarà oggetto di votazione dal prossimo 23 maggio, è stato fortemente contestato dai lavoratori: abbiamo sentito Giuseppe Di Mauro, componente della Rsu-Uilm aziendale. «Ciò che contestiamo del concordato presentato sono le cifre: noi non crediamo che un'azienda come la Sat, che riesce, grazie alle conoscenze accumulate e ai macchinari presenti, a progettare e creare nuova componentistica, valga poco più di tredici milioni di euro».Contestate, dunque, le cifre del documento presentato al Tribunale.«Non sono un tecnico e non posso fare stime precise, questo è ovvio, ma sfido chiunque a valutare così poco la Sat: siamo una realtà ancora viva e valida. Il valore, ne siamo convinti, è sicuramente ben superiore».- Cosa pensano i lavoratori della proprietà dell'azienda? «I lavoratori credono di essere stati lasciati soli. L'imprenditore ci ha abbandonati presentando un concordato preventivo in cui non c'è speranza per gli operai. Un documento che non parla di ripartenza e di piano industriale: l'intenzione è solo quella di evitare il fallimento e di andare via».- Cosa chiedete oggi?«Ci rivolgiamo a tutti, alla classe politica e imprenditoriale: l'azienda ha già vissuto momenti drammatici nel 1983, ma allora le scelte risultarono giuste e portarono l'azienda a svilupparsi. Oggi la volontà della proprietà sembra essere diversa: noi chiediamo che qualche imprenditore venga a vedere quali sono le premesse che noi, lavoratori, offriamo. Altissima tecnologia, rara sia in Italia che in Europa; una catena che va dalla progettazione alla realizzazione e la possibilità di mutare, facilmente, la produzione verso nuovi campi in espansione come il fotovoltaico. Chiediamo solo di lavorare perchè la Sat vale davvero tanto e non vogliamo che venga svenduta».

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