Da diversi mesi, non si parlava di Sat e del problema lavoro: tutto sembrava sopito, per l'opinione pubblica, alla notizia della cassa integrazione che, per un anno avrebbe salvato i redditi dei 157 lavoratori impiegati. Poi all'improvviso, lo scorso mercoledì, i cancelli dello stabilimento sono rimasti chiusi ai lavoratori in assemblea permanente da undici mesi; quindi sei colleghi di coloro che protestavano animatamente davanti ai cancelli, sono stati scortati fuori dallo stabilimento: erano stati autorizzati dall'azienda a smantellare i macchinari; dopo dodici ore di presidio davanti ai cancelli sono iniziate ad arrivare le lettere di licenziamento con un preavviso agghiacciante: 8 marzo.
Il 9 marzo scadrà la cassa integrazione. In questa situazione i lavoratori hanno, ancora una volta, manifestato davanti ai cancelli per ottenere una speranza: la proroga della cassa integrazione, se concessa dal Ministero del Lavoro, bloccherà i licenziamenti. Ma dopo? Per questo motivo i sindacati hanno chiesto a gran voce un incontro con il Presidente della Regione Raffaele Lombardo per avere rassicurazioni sulla possibilità di una proroga e, soprattutto, avere qualche speranza per la riconversione dell'impianto santantonese verso le nuove tecnologie che dovrebbero investire l'isola con finanziamenti stranieri. Sabato scorso, a Catania, i lavoratori hanno incontrato il Governatore insieme all'on. regionale Giuseppe Arena e al sindaco di Aci S. Antonio Pippo Cutuli: “Abbiamo accolto favorevolmente l'impegno e la disponibilità mostrata durante l'incontro dal Governatore Raffaele Lombardo –ci ha spiegato il sindacalista Sat Giuseppe Di Mauro-. Adesso però vogliamo che alle parole, che si sono susseguite per mesi da un anno a questa parte, seguano i fatti: solo con elementi concreti in mano riusciremo a sostenere le nostre famiglie”. Durante l'incontro Lombardo avrebbe anche annunciato un provvedimento del Dipartimento regionale per l'industria, che rappresenta un elemento necessario alla proroga, per ulteriori sei mesi, della cassa integrazione: “Sono ottimista per la proroga della cassa dopo l'incontro di sabato” ha commentato ancora Di Mauro.“Credo che i lavoratori siano soddisfatti dell'incontro di sabato – ha commentato il primo cittadino santantonese-. Il presidente ha dimostrato di conoscere bene la problematica e di volersi impegnare concretamente. Politicamente faremo tutto il possibile per questi lavoratori”. Ieri pomeriggio, infatti, l'Ugl, attraverso il sindacalista Luca Vecchio, ha reso pubblica la concessione, da parte della Regione Sicilia, del nulla osta alla proroga di altri sei mesi degli ammortizzatori sociali in attesa di un eventuale reimpiego dei lavoratori. Soddisfatti ma non sorpresi i lavoratori Sat, che già domenica, si erano dichiarati ottimisti per il provvedimento regionale. «Era nell'aria - ha dichiarato Giuseppe Di Mauro, lavoratore e sindacalista della Sat -. Stiamo creando, grazie anche alla politica che ci ha ascoltati finora, le condizioni per poter ottenere il decreto del Ministero del Lavoro e, solo allora, la tanto agognata proroga della cassa integrazione". Il prossimo lunedì, 8 febbraio, i sindacati dei lavoratori saranno convocati nell'Ufficio provinciale del lavoro per la sottoscrizione di un altro documento che servirà, insieme a quello regionale rilasciato ieri dal Dipartimento Industria e attività produttive, alla proroga della Cassa integrazione straordinaria. Rimane alta, però, la tensione ai cancelli dello stabilimento di via Sant'Onofrio, nonostante l'evidente soddisfazione dei lavoratori. «Il nostro obiettivo finale - ha spiegato ancora Giuseppe Di Mauro - non era solo ottenere la proroga della cassa, ma avere un posto di lavoro. Vogliamo, e lo ripetiamo ancora dopo quasi una settimana ininterrotta di presidio dell'azienda, che qualcuno dia un futuro alle importanti professionalità della Sat». I lavoratori dovrebbero rimanere in presidio permanente davanti ai cancelli, salvo sorprese, almeno fino alla fine di questo mese di febbraio, quando dovrebbero essere più chiare le possibilità di reinserimento del personale in settori in rapida espansione grazie anche a investimenti stranieri: l'obiettivo degli operai accampati giorno e notte davanti ai cancelli è quello di impedire, nei limiti del possibile, lo smantellamento dello stabilimento, che rappresenterebbe un serio ostacolo alla ripresa di ogni tipo di attività.